Questa è la storia di un ragazzo che dopo aver timbrato il cartellino potrà raccontare di aver giocato in Champions League. E non per una carriera da giovane promessa buttata via.
E’ la storia di uno studente che mentre darà un esame all’università ripenserà a quella musichetta mentre scendeva in campo. E’ la storia di un uomo che rinuncia alle ferie con la famiglia per giocare una partita. E’ una storia che pochi conoscono ma in cui scorre tutto il sangue del calcio vero. E’ la storia di un triplete mai vinto ma che per qualcuno rappresenta il sogno di una vita. Anche se non si realizzerà mai.
Siamo a San Marino, per l’esattezza a Falciano, una delle curazie del castello di Serravalle. I ragazzi della Folgore sono diretti alla Malpensa per un volo diretto in Armenia. Hanno appena vinto il campionato e la Coppa Titano (la nostra Coppa Italia) e hanno avuto il diritto di partecipare al primo turno dei preliminari di Champions League. Di fronte a loro ci sono gli armeni del Pyunik, squadra della capitale Erevan, con in bacheca 14 scudetti, 8 coppe nazionali e 8 supercoppe. E’ il club più famoso di un paese 84° nella classifica Fifa ma pur sempre un colosso rispetto al 192° posto occupato dal piccolo San Marino. Nel Pyunik oltre a Cesar Romeo, fenomeno messicano capocannoniere del campionato, ci sono 4-5 giocatori della nazionale e tutta la rosa è composta da professionisti.
Il campionato sammarinese, per chi non lo sapesse, è paragonabile all’Eccellenza italiana e questo non fa che ingigantire l’impresa della Folgore che ha perso 2-1 in trasferta lasciando il discorso aperto per la partita di ritorno. “Sapevamo che contro dei professionisti non sarebbe stato semplice, ciò non toglie che siamo andati là a giocarcela” – sono le parole orgogliose del ds Gabriele Muratori che aggiunge: “Eravamo consapevoli di affrontare un avversario nettamente più forte ma il bello del calcio è che non si sa mai come possano finire le partite. Eravamo convinti di giocarcela fin dall’inizio pur consapevoli del fatto che contro dei professionisti rischiavamo la goleada. Adesso tutto quello che viene è in più, l’obiettivo era dare un senso alla partita di ritorno”.
Martedì infatti il Pyunik arriverà a San Marino per guadagnarsi l’accesso al secondo turno preliminare. E non sarà facile. Gli armeni, freschi vincitori del double campionato e coppa, hanno attaccato a testa bassa nei primi minuti per sbloccare subito il risultato ma hanno dovuto fare i conti con un avversario messo benissimo in campo e attentissimo alla fase difensiva. Per Muratori l’impresa potrebbe anche non essere finita qui: “E’ un risultato inaspettato anche se da un mese io e il mister parliamo di questa partita. Eravamo convinti di far bene anche se loro ci hanno messo nell’angolo e hanno cercato di farci tanti gol in modo da rendere il ritorno una passeggiata. Invece dovranno venir qui e sudare altri 90 minuti!”.
Nonostante il Pyunik abbia spinto forte sin dal fischio d’inizio la partita non è stata a senso unico. La Folgore non si è piegata nonostante il doppio svantaggio maturato nella fase centrale del match ad opera di Satumyan e Romero e al 71° ha accorciato con Hirsch sul calcio d’angolo. Un gol per niente casuale come ammette mister Berardi: “Ho visto parecchi video. E’ una squadra fortissima che nelle ripartenze può far male ma concede anche molto, soprattutto sulle palle inattive. Abbiamo provato diverse soluzioni e infatti siamo riusciti a colpirli”.
Rispetto a tante favole questa è davvero la sfida tra Davide e Golia, basti pensare che la Folgore ha dovuto rinunciare a quattro giocatori per problemi di lavoro ma che saranno disponibili martedì.
Il viaggio era iniziato con un incidente in autostrada che per poco non ha fatto perdere l’aereo alla squadra. Dopo uno scalo ad Atene i giocatori sono atterrati nel Caucaso alle 3 e mezza del mattino e come se non bastasse il pullman che li stava riportando in albergo dopo l’allenamento si è incastrato in un tunnel troppo basso. Tutto si è risolto con un grosso spavento ma a questo punto la trasferta stava assumendo dei contorni comici. C’ha pensato mister Berardi a trasmettere la giusta carica in conferenza stampa dichiarando di non essere venuto in villeggiatura: “Se avessi avuto voglia di vacanza non sarei andato in Armenia. Abbiamo fatto un’impresa considerando il viaggio massacrante e le assenze. Ci siamo giocati le nostre carte. Gli abbiamo concesso poco considerando che sono professionisti. Anche sul 2-0 non ci siamo persi d’animo e abbiamo fatto la nostra partita. Poi è chiaro che ci vuole anche fortuna perché se avessero concretizzato le occasioni all’inizio magari sarebbe cambiata la partita”.
Quello dei campioni sammarinesi è il frutto di un lavoro lungo tre anni e questa non è la prima avventura internazionale come ricorda il ds: “Anche l’anno scorso abbiamo fatto bene in Europa ma l’inesperienza ci ha giocato un po’ contro. Stavolta abbiamo giocato con più tranquillità, consapevoli del fatto che se non passiamo il turno non muore nessuno, mentre loro hanno l’obbligo di vincere”.
Muratori spera di vedere un migliaio di persone allo stadio rispetto ai 400-500 tifosi dei play-off scudetto e potete scommettere che si respirerà aria di calcio internazionale con tanto di musichetta pronta ad accompagnare l’ingresso delle squadre. La Folgore meriterebbe il sostegno di tutti i tifosi sammarinesi perché in caso di passaggio del turno il premio andrà alla Federazione e ripartito fra tutte le società.
Quello di San Marino, pur essendo un campionato dilettantistico, è in continua crescita come racconta Berardi che da ormai nove stagioni allena da queste parti. Anche lui non ha esperienze da professionista eppure l’approccio alla gara è da Champions League. Ha rivisto più volte la partita d’andata e nonostante paragoni il valore dell’avversario a una squadra di Lega Pro sembra intenzionato a giocarsi le sue carte fino all’ultimo. Il 4-4-1-1 dell’andata, in cui anche la mezza punta aveva compiti difensivi, potrebbe essere rivisto: “Dobbiamo fare la partita che abbiamo giocato là ma cercando di alzare di più il baricentro a costo di rischiare qualcosa, sto riguardando la partita e siamo stati un po’ troppo bassi. Non possiamo permetterci di lasciar la palla sempre a loro, cercheremo di stare un po’ più alti con la linea difensiva e anche se non sarà facile ci proveremo. E’ un gruppo molto serio altrimenti non avremmo potuto giocarcela fino al 95°. Anche a livello fisico non siamo stati così inferiori”.
Poi ricorda i sacrifici che ha chiesto ai suoi per presentarsi a questo appuntamento: “E’ un gruppo incredibile, ho chiesto tantissimi allenamenti. Abbiamo ripreso l’8 giugno ma siamo tutti dilettanti e quindi ho dovuto chiedere a qualcuno di allenarsi anche in ferie. D’altra parte questa è la nostra dimensione.
E’ tutta qui questa storia, in queste tre parole: la nostra dimensione. Una dimensione in cui non contano gli ingaggi, il triplete e i riflettori. Una dimensione in cui per scrivere la storia non servirà vincere. Basterà esserci.