E’ la partita più seguita della storia del calcio. E’ la finale con più spettatori di una terra contraddetta dalla mancanza di professionismo ma aderente alla fama dei suoi ciliegi. Bambini di dieci anni raccolgo consensi e ammirazione di migliaia di tifosi. In questo mondo, che qualche nerd si è divertito ad analizzare, non c’è nulla di vero: campi chilometrici, palloni ovalizzati da tiri sovrannaturali, acrobazie impensabili anche per il più temerario dei circensi. Radio e tv collegate, gradinate stracolme come il Maracanà nel ’50.
In campo, lo avrete intuito, si sta giocando il derby più combattuto mai visto in città: Newppy contro Saint Francis.
Da una parte Benji Price, il portiere che non ha mai subito un gol e si allena in una reggia, parando palline da baseball scagliate da distanza ravvicinata. Dall’altra Oliver Hutton, l’ultimo arrivato per rafforzare la squadra più sgangherata fra tutte le scuole. Il bambino d’oro, il fenomeno attraccato tra uno scalo e l’altro del padre, capitano di nave.
L’abbiamo vista tutti, l’abbiamo vissuta con lo stesso trasporto della finale di Berlino e anzi, se ci siamo emozionati al rigore di Grosso, lo dobbiamo anche a loro.
Se hai tentato di crepare l’intonaco dei muri con un collo destro è stato per emulare Mark Lenders, il bambino mai stato bambino, che tra un Tiro della Tigre e l’altro scaricava cassette dell’acqua per aiutare la madre a crescere i fratellini. E se hai iniziato a fumare è perché un bel giorno hai pensato bene di infilarci un pacchetto di sigarette in quelle maniche arrotolate fino alle spalle.
Se qualche infortunio ha minato la tua esplosione calcistica ti rivedi in Julian Ross e il suo cuore malato.
Se hai interpretato il ruolo di portiere uscendo dai ranghi è stato per emulare Ed Warner.
Se non hai mai capito un accidente di calcio ma hai sacrificato le domeniche pomeriggio su gradinate spoglie a fianco a una risaia, puoi capire l’amore di Patty per Holly.
Insomma, in ogni personaggio del cartone c’è un po’ di noi e c’è un po’ di noi in ogni puntata.
Anche lo spirito sognatore, scanzonato e leggero di questo blog deve qualcosa a Holly e Benji e per capirlo è utile tornare a quella finale.
Dopo il 90° il risultato è inchiodato sul pareggio. Il capitano della Newppy, Bruce Harper, lo scarpone che s’impossessa dei nostri piedi ad ogni liscio, s’infortuna per permettere a Holly di segnare. Non ci sono riserve in panchina. La squadra che Holly sta cercando di rendere presentabile è in undici contati. Eh già.
“Abbiamo soltanto undici giocatori, senza riserve” esclama il tifoso a fianco alla groupie Patty.
E così la finale più tirata e mai giocata della storia si macchia di un illecito sportivo che noi, piccoli scolari con i baffi di Nutella, scopriremo molto più tardi.
Dalle gradinate scendono Jack Morris dei Nuty Boys e Charlie Custer del York Town. Si offrono di giocare per la Newppy nei supplementari. In realtà sono mercenari bramosi di salire sul carro dei vincitori. Comunque sia appartengono ad altre scuole e quindi non potrebbero scendere in campo. Ecco allora il colpo di genio degli autori.
Dagli spalti si autocandida lui, il figlio di un pittore giramondo, l’assist man senza fissa dimora, lo Spadino Robbiati del Sol Levante, il compagno che avremmo sempre voluto avere: Tommy Becker.
In un attimo leva jeans e polo e veste i panni del partner ideale di Holly. Danno spettacolo, sono incontenibili e conducono al 120° la Newppy a un impronosticabile pareggio alla vigilia.
Piccolo particolare: Tom Becker è appena giunto in città, ha intenzione di iscriversi alla Newppy ma non si è ancora registrato. Non è tesserato e quindi tecnicamente è illecito sportivo. La Saint Francis però non fa ricorso.
D’altra parte cosa vuoi dire a una squadra che si presenta a una finale in undici contati e raccatta uno dal pubblico per finire la partita?
Niente. Puoi solo commuoverti e sperare, un giorno, di farne parte anche tu.
Dopo aver finito la Nutella, ovvio.
Che pezzo meraviglioso…
…grazie Sergio